Populismo e la costruzione del nemico

[…] Partiamo dalla necessità di individuare un nemico che ogni politico populista ha. Questa cosa potete capirla senza troppi sofismi perché è una questione di numeri. Prendete le chat che avete su WhatsApp o un vostro profilo Social,  vi siete mai accorti di quanto sia difficile comunicare pensieri complessi a tante persone? Vi è mai capitato di essere fraintesi per il solo fatto di parlare contemporaneamente a più persone e non tutte sulla vostra lunghezza d’onda? Immaginate di essere un politico che voglia candidarsi e che deve convincere milioni di persone a votarlo. La strada più facile è individuare un elemento semplice e comune a tutti su cui fare leva. Magari individuare un nemico, magari che appartenga a una categoria di persone che è possibile avvertire come lontane ed estranee al punto di riuscire a bloccare ogni possibilità di empatia

Disumanizzare una categoria di persone: ecco il primo passo, che siano neri, cinesi, musulmani, ebrei meglio se poveri perché i poveri non hanno voce e non possono difendersi: Come i migranti.

Accanto alla massa da disumanizzare, serve un simbolo da demolire, un simbolo che diventi un catalizzatore di odio. A quel punto si iniziano a costruire menzogne del tipo “ha diffamato la sua terra”, “si è arricchito parlando di mafia”, “pontifica dal suo attico Manhattan”. Non importa chi abbia per primo messo in giro questa menzogna, finiscono per crederci tutti, anche persone che non hanno nulla in comune tra loro. Quindi, divento solo uno strumento di propaganda utile su utilissimo, la mia sola esistenza costituisce per loro un elisir di lunga vita perché da una parte ci sono io, che mi ostino a raccontare dinamiche e a chiedere tempo ai miei lettori, dall’altra ci sono loro che dicono semplicemente “ti sei arricchito parlando di camorra”, “hai copiato”, “vivi nell’attico a Manhattan”. Quando racconto una dinamica criminale, studio per mesi per renderla fruibile, per portare fonti, divulgare ma loro non devono dimostrare niente “hai l’attico a Manhattan”, “fai soldi” e voi gli credete. 

Lo so che ho perso. L’ho sempre saputo, prima ancora che questi personaggi mi attaccassero. Chi racconta la criminalità organizzata vive sapendo che la diffamazione è una compagna di viaggio. […]

Roberto Saviano 23.12.2023 – Estratto da intervista di Fanpage

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