Piano Strategico Nazionale

Piano Strategico 

Provinciale > Regionale > Nazionale > Distrettuale > Relazionale

Aperto, condiviso, aggiornato

Definizioni e vision

In un mondo in continua trasformazione, dove non è possibile nemmeno definire quali variabili hanno maggiore importanza nelle valutazioni, è necessario superare la visione tempo-mandato della politica per coordinare uno sviluppo sostenibile del territorio.

Per questo motivo sono nate negli ultimi anni numerose iniziative in grado di valutare o rivalutare alcuni modelli dogmatici di sviluppo di cui nessuno ha fatto adeguate analisi di costi-benefici.

Il progetto nasce da iniziative aperte, intese come open source, su open data e con l’utilizzo sistematico dei big data per operare a livello di analisi, in aree di confidenza come quelle dell’impresa, dei servizi sociali, dell’istruzione (di qualsiasi livello) e delle aspettative infrastrutturali (comprese quelle digitali).

L’avvento dell’AI che vede i territori sorpassati da scelte lontane esprimere timidi tentativi di governance locale del tutto insignificanti quando misurati.
Il Piano Strategico ha lo scopo di riunire gli interessi di enti di organizzazioni, associazioni, professioni, imprese, pubblica amministrazione e chiunque abbia capacità di governare un fenomeno per poter ottimizzare le conoscenze, create una rete diffusa si scambio valoriale con in primissima battuta questi obiettivi:

  • Fornire indicazioni nell’ambito dell’orientamento formativo strategico
  • Offrire alle imprese accesso alla conoscenza dello stati dell’arte delle tecnologie dei processi
  • Portare ad una valutazione dell’impatto della Artificial Intelligence nelle imprese
  • Costruire solide relazioni tra organizzazioni datoriali e i mercati del lavoro
  • Inserire a pieno titolo le tematiche del turismo, delle arti e degli spettacoli
  • Armonizzare la comunicazione e conversazione intra ed extra istituzionale

Il Piano Strategico Regionale è indispensabile per orientare le scelte sistemiche, politiche, infrastrutturali ma anche le politiche dello studio  del lavoro per portare sui territori investimenti e talenti

Serve un altro piano?

Ovviamente si. Esistono dei piani in corso e quelli troveranno spazio INTEGRALMENTE nel sistema di nuova riorganizzazione globale. Per questo tutti sono attori di questo progetto. Questo significa che la governance politica sarà libera di agire ma potendo prendere decisione su modelli fatcs based condivisi e discussi. Questo ridurrà la ricerca del consenso e della improvvisazione come strumento di acquisizione delle maggioranze.

Tipicamente le fasi di pianificazione strategica sono indicate in questo modo:

  • Strategia esistente > Sintetizzare il profilo odierno e individuare il punto di partenza
  • Intenzioni strategiche per il futuro > Esplorare nuove idee che definiranno le strategie future
  • Modello di Business > Chiarire obiettivi e fattori chiave
  • Piani d’azione e relativi progetti > Creare piani d’azione con le metriche di valutazione
  • Risultati attesi > Rendicontare i risultati e confrontarli con le scelte effettuate

La proposta prevede dei passi precedenti e successivi indicati con in grassetto:

  • Creazione di un manifesto (in perpetual beta) con gli obiettivi del piano
  • Creare un manifesto di integrazione tra tutti i diversi piani (in perpetual beta) 
  • Avviare una call for all per attivare tutti gli attori e stakeholders delle diverse aree 
  • Strategia esistente > Sintetizzare il profilo odierno e individuare il punto di partenza
  • Intenzioni strategiche per il futuro > Esplorare nuove idee che definiranno le strategie future
  • Modello di Business > Chiarire obiettivi e fattori chiave
  • Piani d’azione e relativi progetti > Creare piani d’azione con le metriche di valutazione
  • Risultati attesi > Rendicontare i risultati e confrontarli con le scelte effettuate
  • Costruire azioni correttive, applicarne e misurarne l’efficacia. 
  • Ricominciare

 

Chi siete

Anticipiamo una domanda che seppur lecita nell’insieme sottende troppo spesso alla ricerca di “relazioni rassicuranti” in chi se la pone. LA risposta è semplice: chiunque abbia voglia di partecipare e quindi sono in corso di adesione, associazioni di categoria, università centri di ricerca, associazioni datoriali, imprese, associazioni, network tecnologici, realtà artistiche definite in costruzioni, festival.
Per questo motivo l’elenco, che sarà aperto e disponibile avverrà appena raggiunta uan massa critica di rappresentanza.
Qui si lavora non su “affiancamento di idee” ma sulla condivisione degli obiettivi.
Non vogliamo puntare sul “chi ti manda” ma “quali sono i vantaggi o i rischi a partecipare o meno“.

Nessuno è escluso

Il Piano Strategico Regionale è una parte della granulazione dal nazionale al provinciale di strategie, studi e opportunità. Sopra a questi livelli, in maniera parallela sono posti i cluster distrettuali, le organizzazioni relazionali non formalizzate così come le reti di servizi e valore che finora non hanno trovato uno spazio di adeguata applicazione.

Quali strumenti

Se la prima immagine può essere quella dell’ipotesi di una costruzione di Digital Twins (ovvero i gemelli digitali di fatti e fenomeni reali), questo progetto vuole andare oltre, inglobando conoscenze in maniera più liberamente rappresentabili ed in grado di creare sintesi formali e quadri sinottici di riferimento.

Fasi di realizzazione

Ogni progetto nasce con la sequenza 

  • provinciale > regionale > nazionale 

per l’ontologia primaria di governance generale e politica ma trova altre soluzioni piani che non hanno confini amministrativi come quelli paesaggistici, artistici, culturali, enogastronomici, benessere, salute, sport, ecc. In questi casi potrebbero rappresentarsi come:

comune > cluster di riferimento (distretto, ad esempio)

oppure

comune > provinciale >> altri comuni e altre provincie di altre regioni (puntuale sparso, ecc.)

Sviluppo sostenibile (chiariamo)

Le strategie per lo sviluppo sostenibile sono state definite e chiarite nelle opportune sedi ormai da decenni. Per molti operatori del settore ma anche esperti e professionisti l’equazione sostenibile non ha equivalenza immediata con soluzioni tecnologiche che sono improntate su una mancanza di realistica valutazione costi benefici e nemmeno in grado di quantificare, banalmente economicamente sui posti di lavoro territoriali, l’impatto. 

Lo sviluppo sostenibile non deve essere uno slogan e tantomeno un feticcio privo della possibilità di discussione.
Tutto questo progetto è e deve essere portato avanti in maniera facts based evidence senza per questo dimenticare che esiste una prassi, un consolidato ed un vissuto che non sono negoziabili.

Quindi certamente sviluppo sostenibile ma rivedendo anche la connotazione di “sviluppo”

Strategie in corso di definizione e sviluppo

Queste sono le prime strategie territoriali in corso di sviluppo 

  • Strategia per un accesso alle politiche formative, educative, universitarie e specialistiche 
  • Strategie per le mobilità dei lavoratori, nuove assunzioni, necessità lavorative e piano delle competenze 
  • Strategie territoriali per il machinery sharing e workload ottimizzato
  • Strategia territoriale per l’AI
  • Strategia territoriale per il sistema turistico, ricettivo ed integrato con modelli della tradizione locale
  • Strategia territoriale per il settore artistico, musicale, dello spettacolo, cinematografico
  • Strategia territoriale per  il settore legno-arredo
  • Strategia territoriale per il settore meccanica
  • Strategia territoriale per il settore sportsystem
  • Strategia territoriale per il settore tessile abbigliamento
  • Strategia territoriale per il settore materiali da costruzioni e produzione per l’edilizia
  • Strategia territoriale per il settore dei liberi professionisti e professioni non ordinate
  • Strategie per Automotive e Green Deal declinati nella realtà tecnologica attuale d in osservanza della protezione delle imprese territoriali e dei valori imprescindibili delle comunità

Ogni strategia ha questa organizzazione:

Costituzione del tavolo di lavoro dei proponenti dai quali vengono scelti:

  • responsabile dati/informazioni
  • responsabile redazione bozze strategie
  • responsabile comunicazione delle strategie
  • responsabile integrazione tavoli/piani

Documenti di riferimento (perpetual beta)

  • Manifesto di Piediluco sullo sviluppo sostenibile d’impresa
  • Il Progetto Corus Lab per lo sviluppo sostenibile post pandemico
  • I documenti della Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (solo per la parte che riguarda l’applicazione che non renda critici alcuni settori ed impedisca un reale sviluppo locale e territoriale)