Laboratorio di Didattica Conversazionale

Questo laboratorio affronta tematiche e riflessioni sulla didattica, anche per adulti e soggetti con percorsi formativi non convenzionali.
Raccogliamo di seguito dei materiali di discussione e di ispirazione.


Materiali e documenti


Dinamiche di potere nell’educazione

di Michele Arena (Pubblicazione originale su Facebook 16.10.2024)

A luglio mi sono laureato con una tesi sulle dinamiche di potere nell’educazione, in particolar modo nelle relazioni che comportano uno squilibrio di età, di genere, di provenienza e soprattutto classe sociale.
Ero inciampato in un dato che aveva dato numeri a una sensazione che avevo sempre sentito, da adolescente e poi come educatore. E che sentivo appartenere non solo a me. Ovvero che da adolescente, a scuola ma in generale nel confronto con il mondo adulto, è come se non avessi una voce.
Perché gli studi della OECD dicono cha in classe c’è una singola persona (l’insegnante) che detiene circa l’80% di tempo di parola mentre il restante 20% è diviso tra tutti gli studenti. Che più o meno, appunto, fa meno dell’1% di tempo di parola a testa.
Ma questo 20% non è distribuito equamente, i dati dicono che è diviso per genere, provenienza geografica, voti in pagella e soprattutto classe sociale. Cosi come non sono distribuiti equamente i voti, le opportunità, la qualità delle scuole e dell’insegnamento. La vita che ci aspetta dopo la scuola.
Questo dato definisce al massimo la questione del potere, come una cosa non infinita, se c’è chi ne ha tanto, di conseguenza c’è chi ne ha poco o non ne ha affatto.
Così, semplificando il più possibile, la domanda della tesi era: è possibile che in un paese dove si laurea quasi esclusivamente chi ha un contesto favorevole (una o più case di proprietà, genitori laureati, un contesto relazionale e culturale ricco, ecc.), noi educatori e insegnanti portiamo avanti inconsciamente un’educazione coloniale (Walsh, 2018) dove i poveri continueranno sempre a fare cose da poveri? Un’educazione che non condivide potere, ma lascia che si tramandi quasi solo per linea ereditaria (Bourdieu, 1965)?
E in questi mesi, sperando di non ammorbare nessuno vorrei provare a buttare qui un po’ della mia tesi.
Soprattutto un po’ dei dati e delle riflessioni e dei contributi di circa 800 persone tra docenti e studenti che insieme a me hanno cercato di capire se e perché la scuola e i progetti educativi non hanno come obiettivo principale il dare lo stesso potere a tutti.